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Il titolo stesso Ad-Dio è il logos che lega insieme le pagine di questo libro, non sovrabbondanti in numero, ma dense nel concetto e forse un po' impegnative. L'autore (teologo e filosofo che dopo decenni di insegnamento vive un'esperienza eremitica)sembra sia stato mosso da due convinzioni: in primo luogo che il pensiero alto e non banalizzante abbia il compito di rinfrancare la mente e l'animo, oggi più che mai; in secondo luogo che la nostalgia di un pensiero più unito e meno frammentato, che senza dispotismi torni ad abbracciare la realtà, sia un'esigenza irrinunciabile. Un invito, insomma, a un pensare che dialoga e ricerca, che cammina e si mette in viaggio, e che per fare questo deve essere pronto a lasciare quel che è effimero per aprirsi al Tutto. Un pensiero, in questo senso, capace di dire "ad-Dio". Presentazione di Filippo Ciampanelli.